martedì 16 febbraio 2016

La miniera abbandonata di Percozzone-Vallotica

L'attrazione che provo verso i luoghi abbandonati o "fantasma" come amo spesso definirli, è sempre stata molto forte. Di frequente mi tuffo alla ricerca, sulle varie fonti di documentazione, di borghi, castelli, chiese e quant'altro che, per i più svariati motivi, sono stati "condannati" a scomparire per sempre o perlomeno ad assere dimenticati.
Ultimamente mi sono resoconto che una delle località fantasma per eccellenza era ancora assente nel mio blog: la miniera!
Ho pensato di primo acchito che sarebbe stata un'impresa piuttosto difficile trovare una miniera in disuso dalle mie parti, poi...l'illuminazione! Mi sono ricordato di una vecchia puntata di Linea Verde, (programma domenicale dedicato all'agricoltura ed alla terra), nella quale si parlava dell'impianto minerario di Cabernardi, Sassoferrato (AN). Girando su youtube ho trovato anche un'estratto di quella puntata.
Dopo essermi documentato ulteriormente in rete grazie ai siti:
Mi sono resoconto che a Cabernardi, non molto lontano da casa mia, fino al 1959, era attivo uno dei più importanti bacini di estrazione dello zolfo d'Europa. E io che temevo di non trovare miniere nei paraggi...
L'area d'estrazione si estendeva dalla Valle del Sentino nel territorio di Sassoferrato (AN) a quella del Cesano nel comune di Pergola (PU). All'epoca erano presenti due pozzi di estrazione, il primo nato nel 1877 a Percozzone-Vallotica, il secondo nel 1887 a Cabernarnardi. Da quest'ultimo verrà estratta la maggior parte dello zolfo. Più a nord, a Bellisio Solfare, nella Valle del Cesano, si trovavano invece le raffinerie di zolfo.
Tra le due miniere ho deciso di visitare la prima, quella di Percozzone-Vallotica, la più isolata e affascinante.

La miniera si trova a metà strada tra Bellisio Solfare e Cabernardi, nei pressi del villaggio minerario di Cantarino. Dalla strada è impossibile vedere il vecchio stabilimento perchè è nascosto da un fitto bosco di pini.
Mi aggiro tra gli edifici in rovina mentre nella mente rivedo le immagini in bianco e nero dei filmati d'epoca.
Con circospezione mi avvicino ai muri ancora in piedi alla scoperta di eventuali cunicoli o stanze nascoste che ovviamente non ci sono.
Ampia spianata antistante le costruzioni, probabilmente il frutto di tonnellate di detriti di scarto.
All'interno della struttura centrale è rimasto un grosso macchinario.
Questa grosso "aggeggio" permetteva il funzionamento dell'ascensore all'interno del pozzo minerario. 
Continuo ad aggirarmi tra i ruderi.

Salgo sulla collinetta che sovrasta gli edifici, anch'essa è ricoperta di pini da rimboschimento... e pensare che a quei tempi l'esalazioni dovute alla lavorazione dello zolfo, non permettevano la crescita di nessuna pianta nei paraggi.
Quassù si trovano ancora una ciminiera.
E questa cisterna alla quale non sono riuscito a capire la funzionalità.
Prima di andarmene scendo nella spianata sottostante l'impianto per osservare il punto in cui si trovava l'ascensore con il quale i minatori entravano nelle viscere della terra.

Guarda dove si trova la miniera di Percozzone-Vallotica ed il bacino minerario di Cabernardi sulla MAPPA.

2 commenti:

  1. Rovine dal fascino particolare, anche per l'abbraccio di una natura che vuole riprendere un suo spazio.Ho visto il filmato su you tube e quelle immagini d'epoca di Gillo Pontecorvo sono davvero una documentazione interessantissima. Ciao!

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    Risposte
    1. Non è facile nemmeno trovarla questa miniera per quanto è avvolta dalla vegetazione. Dovrebbero integrarla nel museo minerario di Cabernardi, la suggestione del luogo è grande!
      I miei nonni materni, all'epoca, erano mezzadri proprio da quelle parti; con quel filmato è un po come se potessi vedere attraverso i loro occhi.
      A presto!

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