mercoledì 21 dicembre 2016

Figgiano

Figgiano è un borghetto medievale nel comune di Borgo Pace (PU). Il villaggio è protetto e nascosto da una rupe a 750 metri s.l.m., incastonato nello straordinario paesaggio dell'Alpe della Luna.
Poche case ammassate l'una sull'altra, in un'atmosfera che ricorda ancora quella di frontiera: un po perchè arrivando a Figgiano dopo un lungo viaggio si ha la netta sensazione di aver raggiunto i limiti della civiltà, un po per la vicinanza al confine toscano il quale, per secoli, fu confine di stato.
Nonostante Figgiano si trovi in un posto così remoto ha ancora una sua popolazione stabile, conserva una piccola chiesetta romanica con tanto di affreschi e possiede un agriturismo piuttosto rustico dove si rifugia il turista che vuole fuggire dai ritmi del mondo di oggi. 
Ma per scoprire tutto ciò bisogna raggiungere quella rupe che da secoli protegge e nasconde.

sabato 10 dicembre 2016

Il Bosco di Tecchie

Nel periodo di fine estate - inizio autunno, vago qua e la per i boschi del pesarese alla ricerca di qualche fungo. Premetto che, la scarsità di tempo a disposizione e la mia natura solitaria non mi consentono di riempire il cestino con molta facilità.
Uno dei boschi che sto lentamente conoscendo di stagione in stagione, regalandomi ogni volta piccole soddisfazioni per quanto riguarda i fungi, è il Bosco di Tecchie, nel comune di Cantiano (PU).
La particolarità di questo bosco sta nel fatto che si tratta di uno degl'ultimi lembi di foresta ad alto fusto giunto fino a noi. Proprio per salvaguardare questo polmone verde del nostro appennino, nel 1986, il comune di Cantiano ha istituito il Parco Naturale di Tecchie. L'area protetta occupa una superficie di 195 ha la quale corrisponde alla Valle del Fosso dei Cerreti, al versante orientale della Serra di Burano e quello occidentale del Monte Bono.
Come sempre una MAPPA fa capire meglio di ogni parola dove si trova questo Bosco di Tecchie.

Eccovi alcune immagini delle Tecchie dalla mia ultima uscita a funghi.

Raggiungo il parco da nord, passando per Pianello di Cagli (PU). La strada che si inerpica per raggiungere il bosco è estremamente panoramica e lunga. Non ci sono molti cartelli segnaletici ma si capisce di essere arrivati a destinazione quando i bordi della mulattiera sono zeppi delle automobili dei fungaioli. Fortunatamente l'accesso al parco è chiuso da una sbarra.
Passeggiando sulla stradicciola ci si osserva un po intorno; il paesaggio è veramente idilliaco eccetto per i cacciatori appostati nei pressi del parco i quali, da quanto sparano, sembrano dar vita ad una rievocazione di guerra.
Raggiungo le radure di Pian dei Santi, ai piedi della Serra di Burano.
Ed ecco la lunghissima Serra di Burano che prosegue verso meridione.
Giro qua e la incerto sul dove andare finchè scelgo di dirigermi, in direzione della serra, proprio nel bosco davanti a me.
Appena si è dentro il cerro la fa da padrone.
I pochi funghi commestibili che scovo non sono molto appariscenti mentre altri di nessun valore risultano molto più scenografici e fotogenici.
Raggiungo i pendii della Serra di Burano e le grandi faggete... sembra quasi di trovarsi in una cattedrale di madre natura per quanto questi alberi sono alti ed imponenti.
Non posso che fermarmi ed ammirare questi giganti del bosco; gli indiscussi signori delle Tecchie.
Dopo il grande stupore continuo ad esplorare questo silente angolo di natura incontaminata.
Mi sento un po come un subacqueo in ebrezza da alti fondali: vago sempre più stordito e stupito da tanta bellezza, rischiando di smarrire la via del ritorno. 

domenica 13 novembre 2016

Una rigenerante passeggiata nelle campagne di Montegiano e Ripalta

All'inizio dell'estate appena trascorsa io, assieme alla mia nuova famiglia, mi sono stabilito nel piccolo borgo di Montegiano, Monbaroccio (PU). Località collinare caratterizzata da una campagna molto bella, di cui ho già parlato spesso e volentieri. 
Terminato il trasloco e dopo un necessario periodo di ambientazione, ho subito cercato una mattina adatta per darmi una sgranchita alle gambe. La campagna attorno alla nuova dimora è caratterizzata dalla presenza di numerose stradicciole, alcune semi abbandonare, che mettono in comunicazione gli antichi borghi con villaggi rurali, chiese, mulini dismessi e sperduti casolari. Il luogo ideale per rilassarsi camminando.

Prima di mettersi in marcia è possibile consultare la MAPPA con il tracciato di questa escursione rurale.

La passeggiata ha inizio una domenica mattina, poco dopo l'alba. La partenza è da Via Marte, una ripida stradina nei pressi di casa mia che funge da scorciatoia tra il borgo di Montegiano ed il convento del Beato Sante.
La viuzza prima di inabissarsi nel bosco attraversa un tratto di bellissima campagna; scovo anche questa lunga schiera di casette per le api. Peccato che la foto non sia riuscita a immortalare l'enorme via vai degli insetti.
Piccola edicola sacra ai bordi della via che ormai costeggia il bosco del convento del Beato Sante. Quest'area, come si evince dai toponimi del luogo (Montegiano, via Marte), era già sacra prima dell'avvento del Cristianesimo.
Il panorama ai piedi del santuario: l'Appennino sullo sfondo, le campagne circostanti, macchie di bosco in continua crescita.
Le case del Passo del Beato Sante, proprio sotto la strada che conduce al convento.
Via Marte termina proprio tra le case del passo e l'ingresso del santuario francescano. Non raggiungo l'edificio sacro ma passando osservo la lunga scalinata che conduce alla piazzetta antistante la chiesa.
Arrivo in paese dove un vecchio cartello turistico mi ricorda il passaggio dal comune di Mombaroccio a quello di Serrungarina.
Arrivato in una curva a gomito imbocco, sulla sinistra, una stretta stradina di ghiaia.
Fino a questo momento non ero mai transitato lungo questa via, nonostante frequenti la zona da anni. Prima di mettermi in cammino, osservando le mappe del posto ho notato che la strada dall'alto del colle si inabissa nel profondo della valle fino a toccare il torrente Rio Secco, dopo di che raggiunge l'antico borgo di Ripalta.
Devo ammettere che lo scopo di questa escursione era proprio quello di andare alla scoperta dei luoghi, delle bellezze e soprattutto dei segreti nascosti da questa anonima carrareccia di campagna.
Pochi metri in avanti ed uno spiraglio tra la vegetazione conduce lo sguardo fino al mare.
L'ambiente non può essere più tranquillo e sereno di così.
Indisturbato mi immergo nella campagna.
Mano a mano che discendo a valle la strada involve... sembra quasi di fare un viaggio indietro nel tempo.
Il campanile del Beato Sante veglia su questo angolo di verde.
Raggiunta una casa in ristrutturazione la strada pare finire ma guardando bene tra l'erba alta scovo un sentiero con tanto di cartello stradale che dice: "strada priva di segnaletica"... ma guarda un po!
Da una via semi asfaltata si arriva ad un sentiero tra la boscaglia.
La cosa non dura molto e ben presto finisco all'interno di un'azienda agricola. Proseguo la discesa della valle fino a raggiungere finalmente il torrente Rio Secco.
Proprio ai bordi del rivo d'acqua una piccola rosa fa sfoggio della sua bellezza.
Cammina, cammina... come nella fiaba di Hansel e Gretel, raggiungo una casa che sembra la degna dimora di una strega. Mi immagino una notte oscura, senza luna, la casa illuminata ed una vecchina alla porta pronta ad accogliere il malcapitato viandante per poi mangiarselo fin quando non sopraggiunge il giorno e tutto ritorna come nella foto.
Finalmente sono a Ripalta.
Poco sotto alla strada in cui mi trovo, spunta dalla vegetazione ciò che resta del castello.
Questo mozzicone di torre è ciò che rimane della cinta muraria del castello di Ripalta. La rocca eretta a strapiombo sopra la Valle del Rio Secco faceva parte di un sistema di fortificazioni poste a difesa del territorio fanese.
Anche due vecchi muracci hanno diritto ad avere un numero civico.
Proprio accanto al rudere si trova l'antico abitato di Ripalta; storicamente definito "Meschinissima villa".
La vecchia chiesa parrocchiale di San Biagio e Cesareo. Oggi dell'edifico restano intatte solo le pareti perimetrali mentre l'interno è completamente crollato. Ripalta pur essendo una località marginale ed isolata arrivò a possedere ben tre chiese infatti, la curia fanese scelse questo villaggio come luogo di riposo e rifugio durante le epidemie di peste.
Una scalinata rimessa a nuovo taglia in due il piccolo centro.
Fuori dal borghetto, lungo la strada che scende a valle, si trova il vecchio lavatoio di Ripalta: costruito nel 1807 con pietra rosa del Furlo da scalpellini forsempronesi sostituì il precedente lavatoio risalente al 1500.
Una casetta piccola, piccola.
Mentre sono quasi fuori da Ripalta, alla mia destra, appare Cartoceto.
Finalmente la strada scende decisa verso la Valle del Rio Secco.
Alla mia sinistra torno a vedere il colle del Beato Sante e sotto il villaggio di Montegiano; punto di partenza e di arrivo di questa escursione.
La campagna in questa zona è decisamente incantevole.
Ai piedi di Montegiano incontro questo vecchio edificio, un tempo mulino ad acqua.
Dopo poco che la strada prende a salire, su una curva molto stretta e ripida svolto per un sentiero sulla sinistra, di rimpetto a due case.
Devo destreggiarmi per un po tra la vegetazione...
...fin quando mi ritrovo solo nei campi.
Raggiungo finalmente l'antichissimo sentiero che conduce a Montegiano.
Edicola sacra apparentemente posta nel nulla ma che sta ad indicare il luogo in cui si trovava la vecchia chiesa ed il castello di Montegiano. Argomento già trattato nel post La Montegiano dimenticata.
E finalmente eccomi sbucare davanti alla chiesa nuova di Montegiano. La temperatura ormai è alta e non vedo l'ora di tornare a casa per rinfrescarmi all'ombra.