domenica 27 maggio 2012

I fiori più belli nei prati del Tenetra

Nel mese di Maggio sulle praterie montane e non solo, si può assistere a vere e proprie esplosioni di fioriture, a volte di proporzioni eccezionali. 

Mi è sempre stato detto che in questo periodo sul Massiccio del Catria i pascoli si trasformino in veri e propri Giardini dell'Eden! Non ho voluto trascurare per l'ennesima volta questo spettacolo perciò, mi sono diretto sulle praterie del Monte Tenetra: lo spettacolo che mi si è parato difronte agl'occhi è andato ben oltre le mie aspettative. Da umile profano riguardo ai fiori, sono rimasto incantato ad ammirare questi capolavori della natura per non so quanto tempo. Fiori che ritenevo potessero esistere solo in esotiche montagne come l'Asfodeo bianco o in principeschi giardini come le Orchidee, altri magnificamente eleganti e sinuosi come il Narciso e non da meno le innumerevoli macchie di violette sparse qua e la... gocce di colore cadute dalla tavolozza di Madre Natura.

Un nutrito gruppo di orchidee viola come rimanerne indifferenti.
Il mio fiore preferito...il narciso, nulla di più bello!
Lo straordinario Asfodelo bianco, non credevo ai miei occhi.
Altra orchidea e sotto di essa fa capolino un piccolo muscari ignorato.
Due tra gli innumerevoli ceppi di viole del prato.

Guarda dove si trova il Monte Tenetra.

giovedì 17 maggio 2012

A spasso sul Monte San Bartolo

Appena letto il titolo di questo post il pensiero corre subito a quel meraviglioso colle detto San Bartolo, posto lungo la costa dell'Adriatico tra Pesaro e Gabicce ma non è così. Il Monte San Bartolo di cui parlo si trova a più di 15 km dalla costa, su quella fascia collinare che separa la valle del Foglia da quella del Metauro. Questo monte alto 555 m s.l.m. è noto per lo più dai tecnici di telecomunicazioni piuttosto che dagli amanti della natura, la sua cima è martoriata da immense antenne. So bene che queste apparecchiature sono necessarie ma piange il cuore vedere sfregi simili in un posto così verde e panoramico. Nonostante l'uomo e la sua tecnologia il San Bartolo ha ancora molto da offrire.

In questa primavera martoriata da fantozziane nuvole domenicali, mi sono addentrato tra le pieghe del monte, sul versante orientale. Il lato in questione è il meno frequentato ma allo stesso tempo ricco di sentieri, inoltre ho scelto questa zona per ripercorre con il pensiero le scorribande in motorino che fin qui ho fatto assieme ai miei amici ormai molti anni fa.

Le foto...
A inizio del cammino devio subito verso la prossimità della cima per ammirare il panorama, oltre a preoccupanti nuvoloni, la visuale si apre sui monti delle Cesane e dietro le cime del Furlo.
Deviazione a parte eccomi sul versante est del Monte San Bartolo a fotografare i resti sbiancati di quest'albero che si staglia contro il panorama.
Il sentiero lambisce il bosco ai margini dei campi.
Uno dei tantissimi ruderi che costellano questo monte.
Ciò che resta della casa colonica al suo interno.
Purtroppo le foto in questo punto del mio viaggio sono venute malissimo ma spero si riesca a notare  una banchina di tronchi franati sul sentiero.
Riuscito a districarmi da quegl'alberi ammassati l'uno sull'altro, eccomi su questo stupendo prato con questo grande olmo ad indicarmi la via. Proprio qui ha inizio un acquazzone tremendo che mi costringe a rifugiarmi all'interno del bosco antistante.
Anche lui come me cerca riparo dalla pioggia sotto il giovane fogliame.
Ma finalmente spiove, di nuovo in marcia tra le macchie del San Bartolo.
Ed ecco raggiungere questo rudere, la mia meta principale in questo itinerario, fin qui io e i miei amici ci spingemmo con i nostri poveri scooter.
I boschi mi circondano.
Proseguo scendendo le pendici del colle comodamente dal campo. Il cielo cupo, la casa diroccata e il gracchiare di una cornacchia fanno rabbrividire i miei passi.
Ma eccomi... uscito fuori da quel tetro posto, ammiro il verde in ogni sua sfumatura in questo campo di olivi.
Non è certo una delle migliori giornate per farsi una camminata ma questi fiori gialli rincuorano.
La strada che sale sul versante opposto del monte San Bartolo.
Giunto a ridosso dell'agriturismo "Il Prato",  il mio cammino è quasi al termine ma non ho voglia di tornarmene a casa, perciò decido di risalire il pascolo e tornare al sentiero iniziale.
Ed eccomi al pascolo a scattare foto...
Oltrepassato l'ennesimo rudere c'è il sentiero che mi riporta a casa.

Il percorso è sulla mappa!

mercoledì 9 maggio 2012

Sulle strade di campagna tra Bargni e Pozzuolo

Qualche tempo fa sono venuto in possesso di una carta turistica della ormai estinta comunità montana del Metauro, tra i lunghissimi ed improbabili percorsi da trekking consigliati, ce n'era qualche tratto veramente interessante. Uno di questi percorsi si snoda nelle capagne che dal minuscolo borgo di Bargni, nel comune di Serrungarina (PU), porta ai piedi dell'abitato "gemello" di Pozzuolo fin poi risalire sulla strada che conduce a Fontecorniale, comune di Montefelcino.

La curiosità in me è cresciuta ancora di più quando un mio amico, nei suoi irti giri in mountain bike, ha disceso il colle di Pozzuolo ritrovandosi impelagato in fitte macchie e ripidissime mulattiere fangose. 
Quindi mi sono detto: basta temporeggiare! è ora di infilare gli scarponi ed esplorare finalmente questa zona "selvaggia".

Ed eccovi il resoconto fotografico dell'escursione:

Da poco in cammino ai piedi di Bargni, su una comoda strada di campagna, costeggiata da un ruscello, immersa nel verde dei campi.
Veduta di Bargni dal colle antistante.
Tre querce in mezzo ad un campo di grano mentre sullo sfondo, l'inconfondibile sagoma del Monte Paganuccio.
Le fronde degl'alberi da poco tornate verdi incorniciano il panorama.
 Un verdissimo campo di grano si staglia contro il cielo... immagine da sfondo del desktop!
 La chiesa di Bargni fa capolino dalla collina.
 Ancora verdissimi campi e questo meraviglioso cielo di primavera.
Un albero di Giuda fa sfoggio dei sui bellissimi fiori.
Il panorama fino al Monte Paganuccio.
Il borgo di Pozzuolo arroccato sulla collina.
Il relitto di una mietitrebbia ormai parte del paesaggio.
In primo piano la mia meta finale, il Monte Bruciato, dietro il Monte dell Mattera con la sua imponente antenna. Ma il cielo si fa sempre più minaccioso e mi costringe a rinunciare e fare dietrofront.
Nel bel mezzo della pioggia ad inzupparmi e la strada diventa una lunga striscia di fango... il paradiso per gli amanti di enduro.
Che bello però trovarsi su questi sentieri di campagna alla fine del temporale!

Guarda il percorso sulla mappa.