mercoledì 25 marzo 2015

Quattro passi sul Monte Paganuccio per salutare l'inverno

L'inverno appena concluso si è rivelato, almeno per quanto riguarda il territorio pesarese, povero di grandi fenomeni nevosi e tanto meno di gelate, ma piuttosto generoso di venti fortissimi. Le tempeste che si sono verificate, per fortuna, hanno almeno ricoperto i rilievi con un discreto manto nevoso. Magra consolazione dopo diversi anni di cospicue nevicate sulla costa adriatica. Ma come si dice... bisogna fare buon viso a cattivo gioco, e proprio seguendo questo detto mi sono recato nuovamente sui rilievi dell'appennino per gustare un'ultima volta i sapori di quest'inverno.
Purtroppo, come spesso mi accade da un po di tempo a questa parte, i momenti liberi per una bella camminata sono pochi, così mi trovo costretto a districarmi tra impegni e contrattempi vari pur di riuscire a fare quattro passi. Questa scarsità di occasioni mi ha portato ad optare per una meta piuttosto vicina alla mia "tana" e allo stesso tempo ben conosciuta, il Monte Paganuccio, all'interno della Riserva naturale statale della Gola del Furlo. Più che un monte sarebbe corretto definirlo promontorio, infatti il Paganuccio raggiunge solamente i 976 metri di quota ma, nei suoi versanti più freschi, mantiene la vegetazione tipica delle alture appenniniche.
Nonostante la mediocrità del rilievo da me scelto, dopo l'ultima tempesta, lo ritrovo ricoperto da un discreto strato di neve ben visibile anche a chilometri di distanza. Le basse temperature dei giorni successivi hanno poi limitato lo scioglimento del manto nevoso, dandomi la possibilità di programmare una bella camminata per la domenica che sarebbe venuta. Guarda caso proprio quella domenica le temperature hanno iniziato a salire e dalla mattina al pomeriggio il manto nevoso si era drasticamente ridotto. Quando ho potuto raggiungere il Paganuccio la neve, fortunatamente, era ancora presente in diversi punti della montagna e così sono riuscito ad assaporare per un'ultima volta le atmosfere dell'inverno.

Per motivi di tempo non inizio l'escursione ai piedi della montagna, come sarebbe più bello fare, ma raggiungo in auto la località di Case Sant'Ubaldo. Un grumo di casupole e stalle poste sulla cima di un colle a 695m s.l.m., in direzione nord nord-ovest rispetto al Monte Paganuccio. Nel medievo, su questo stesso colle, i monaci della vicina Abbazia di San Vincenzo al Furlo eressero delle fortificazioni allo scopo di controllare la gola e i suoi passi.
Finalmente a piedi. Inizio la mia passeggiata imboccando la strada che punta dritto verso la parte alta del Paganuccio. Poco più avanti, al primo bivio, svolterò a sinistra mantenendomi sempre su quella stradicciola di ghiaia.
Dopo non molto sono a Ca i Fabbri.
Gironzolo un po e finisco per scovare questo stagno. Inizio anche a vedere i primi residui di neve.
Poco oltre Ca i Fabbri, un sentiero sulla destra inizia a salire attraverso i boschi che si trovano alle spalle della casa. Si tratta del sentiero segnalato 451 che mi condurrà sulla cima del Paganuccio.
Man mano che salgo, ovviamente, inizio a trovare sempre più neve.
Lungo il percorso, al culmine di alcuni avvallamenti del terreno, scovo questa buca. Conoscevo già l'antro da precedenti escursioni ma questa è la prima volta che lo documento. E la domanda come sempre sorge spontanea, cosa sarà mai... un semplice buco nel terreno o la porta d'accesso per un complesso di grotte?
Mentre fantastico sul buco e i suoi misteri, mi ritrovo su un pianoro ai piedi della cima, circondato da alti faggi.
Il sole penetra tra i rami. Ormai sono prossimo alla sommità ed ai pascoli del Paganuccio.
Prima di uscire dal bosco noto alcuni bucaneve ancora chiusi... il preludio della primavera.
In cima al Monte Paganuccio.
Il sole purtroppo ha sciolto gran parte della neve che ricopriva le praterie sommitali.
Albero e nevischio.
Sguardo sulle praterie in direzione sud.
Il panorama verso l'Appennino Umbro-Marchigiano. Da sud a nord è possibile riconoscere: il Monte Strega, il Monte Cucco, il Massiccio del Catria ed il Monte Petrano.
 Cammino in direzione sud, verso l'avvallamento chiamato Passo del Lupo caratterizzato dalla presenza di una pineta di rimboschimento. Oltre si trova il promontorio detto La Pianaccia con le sue antenne.
 Appena raggiungo il boschetto svolto a destra, su un sentiero che passa in mezzo ai pini. Inizia il ritorno verso Case Sant'Ubaldo.
 Oltre il bosco costeggio nuovamente la prateria delimitata da un vetusto reticolato.
 I declivi occidentali del Paganuccio.
 Scendendo, il sentiero si inabissa nuovamente all'interno del bosco mentre il sole, che cala all'orizzonte, effonde tenui colori.
 Fuori dal bosco, eccomi nuovamente in vista di Case Sant'Ubaldo.
 Uno sguardo d'insieme ai prati di Sant'Ubaldo. Davanti, verso nord si scorgono la Cresta del Ferro e oltre il Monte Pietralata.
 Ormai è il tramonto.
Rimango a guardare fino alla fine il sole che scende all'orizzonte, il cielo è sereno e l'aria d'un tratto si è fatta gelida. Ma comunque resto, tengo duro finché posso perchè voglio assaporare tutta la poesia che è racchiusa in una giornata di fine inverno.

Guarda il percorso di questa escursione sulla MAPPA.

2 commenti:

  1. Ciao Barba, hai sbagliato il titolo del post "monte Petrano" ma la tua relazione è riferita al monte Paganuccio !! Ciao da Christian

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    1. Grazie Christian!
      Ho pasticciato mentre lavoravo al post... inavvertitamente ho pubblicato in corso d'opera.

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