domenica 1 giugno 2014

Monte Pietralata coast to coast

Escursione sui monti del Furlo, fatta ormai da qualche tempo e che ero persino indeciso di pubblicare a causa del tempo uggioso incontrato. Ma, dopo averci pensato a lungo, mi sono detto che nonostante un'uscita disattenda le aspettative ha sempre qualcosa d'interessante da mostrare. Premesso ciò, seguendo le foto, mi avvio in questa camminata sul monte Pietralata.

Parto dalla frazioncina di Villa Furlo, lungo la via Flaminia, ad est della gola. Sulla vecchia mappa escursionistica il posto è indicato come Curva di Galli. Transitando per il villaggio nei miei spostamenti verso la Gola del Furlo, ho sempre scrutato con una certa curiosità il cartello escursionistico posto ai margini della strada. Controllando successivamente le carte ho notato che da Villa Furlo parte il grande declivio del Pietralata, conosciuto come Costa Orientale e Costa Occidentale... non avevo bisogno di altro per programmare un'escursione dalla Curva di Galli. Sarei partito dal villaggio e avrei percorso la cresta del gigantesco pendio da parte a parte.
Ed eccomi sopra il punto di partenza, sotto è la parte ovest di Villa Furlo, casupole, capanni, orticelli e poco altro, più avanti la gola e il viadotto della superstrada. Purtroppo il cielo è ricoperto da fitte nubi e l'aria caliginosa, un vero peccato per un escursione che offre il meglio di se nei panorami.
Dopo una lunghissima salita a zig-zag, raggiungo il sentiero indicato sulle carte attuali con il numero 440, svolto a destra in direzione di Ca'Peci.  Durante la salita iniziale si possono trovare, tra le ghiaie del costone, innumerevoli frammenti di vasi, vecchi bicchieri ed altro, forse il pendio era usato come discarica dagl'abitanti del vicino caseggiato.
In prossimità di Ca'Peci scruto la Valle del Metauro.
Ca'Peci in perfetto stato di abbandono, c'è una fonte d'acqua ma non è potabile mentre attorno è pieno di mura in rovina.
Un fiore immancabile attorno alle case contadine della zona.
Accanto a questo ultimo rudere di Ca'Peci inizia la vera salita sulla Costa Orientale. Un tempo il sentiero era segnalato e percorreva tutto il declivio da parte a parte, oggi è stato in gran parte abbandonato ma è ancora agibile.
Mentre mi affatico nella salita sento rumori di animali, mi affaccio su una piccola valle e scovo questa famiglia di cinghiali che con tutta tranquillità attraversa un costone fuori dalle fronde del bosco.
Proseguo e noto con piace la presenza di alcuni segnavia; il terreno è stato totalmente "arato" dai cinghiali.
Il sentiero raggiunge una strada, è la stessa che percorsi tempo addietro con il mio amico Bicio quando salimmo sulla cima del Pietralata (Quei due sul Monte Pietralata). Da qui alla vetta ripercorrerò lo stesso tragitto.
Mentre salgo qualche timido raggio di sole rallegra il mio spirito di camminatore solitario.
Uno squarcio nel cielo illumina proprio la parte alta del Pietralata.
Il panorama dai prati alti sarebbe eccezionale ma la foschia riduce notevolmente la vista, mi devo accontentare di questo scorcio sul borgo di Canavaccio, dominato dal colle della Torre Brombolona e dai boschi delle Cesane.
Verso il Monte Paganuccio, il dirimpettaio del Pietralata. Nella foto la Gola del Furlo che si frappone tra i due massicci quasi non si nota, sembrano un'unica montagna.
Le nuvole si scostano e io guardo a valle verso i colli delle Cesane e Fossombrone che si scorge appena a fondo valle.
Qualcuno in deltaplano sorvola la montagna al posto delle aquile.
Ancora il Monte Paganuccio, nel frattempo le nubi si sono ricompattate dando un aspetto autunnale all'ambiente circostante.
Il bosco che lambisce la prateria sommitale in una surreale atmosfera novembrina.
La modesta cima del Monte Pietralata, 889 m s.l.m.; inizia la discesa lungo la Costa Occidentale.
Tra la foschia spunta fuori l'abitato di Acqualagna, la cittadina nota per il suo pregiatissimo tartufo e per aver dato i natali ad Enrico Mattei.
Lungo la dorsale della Costa Occidentale osservo la chiesa di Pietralata dove nel medioevo sorgeva l'omonimo castello. Pressappoco da questo stesso punto di osservazione abbandono il crinale e, seguendo i segnali, mi avvicino nuovamente al sentiero 440 che mi ricondurrà al punto di partenza.
Inizio così una lunga marcia verso est tra cupi boschi di lecci.
E grandi macchie di pini da rimboschimento.
Una volta raggiunto il sentiero 440 non posso fare altro che osservare la cima del Monte Pietralata dove mi trovavo qualche tempo prima.
Lungo il tragitto scopro anche questa piccola e umida grotta.
Il cammino si insinua nel bosco.
Non appena mi trovo allo scoperto osservo l'estendersi della foresta... anche questa zona è zeppa di cinghiali e più volte mi sono trovato a pochi centimetri da queste bestie senza riuscirle a vedere.
Prossimo all'arrivo, poco sopra la Curva di Galli, mi fermo ad ammirare gli ultimi raggi di sole della giornata riflettersi sulle pareti della gola.

Guarda la mappa dell'escursione.

6 commenti:

  1. Che fortuna che finalmente hai deciso di pubblicare questo percorso! Mi é piaciuto tantissimo ... non so se hai una idea che, almeno io non potró mai camminare questi sentieri ... le visite del "Gran Turismo" inevitabilmente vanno "più alto al più basso" ... e uno perde questi angoli quasi "segreti" da Italia. Quindi questo è un bene da condividere! Grazie! E grande abbraccio, Barba.

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    1. Hai ragione Patzy... stai tranquilla, questo piccolo angolo di terra te lo mostro io ; )
      Grazie mille per le tue parole!

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  2. Gran bella escursione, mi unisco a Patzy nel farti i complimenti.
    Un caro saluto Roberto

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  3. Mai demoralizzarsi, Barba! Se non c'è il sole cambiano i colori, le prospettive, e pure i suoni...cambiano, quindi, ma non scompaiono del tutto. Buona strada, perciò.

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    1. Sante parole Leo! sono le stesse motivazioni che mi hanno spinto a pubblicare quest'uscita ma, sinceramente, quel giorno ero veramente indispettito.
      A presto!

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