La primavera è arrivata, ha fatto qualche capriccio ma finalmente la natura inizia a risvegliarsi dal lungo torpore invernale. Anche in me, giorno dopo giorno, sale un'irrefrenabile voglia di stare all'aria aperta e soprattutto camminare. Proprio per assecondare queste mie voglie, ho deciso di inaugurare la bella stagione con una scampagnata nella Valle del Tarugo.
Ora voi direte, giustamente... ma dove diavolo si trova questa valle?
Il Tarugo è un torrente tributario del fiume Metauro, uno degl'ultimi immissari di una certa importanza prima del mare. La sua valle è inclusa nei territori comunali di Cagli, Pergola e Fossombrone, in provincia di Pesaro-Urbino. Per intenderci, il Tarugo nasce a sud del complesso montuoso della Gola del Furlo.
La storia di questo bacino è veramente antica, già in tempi preistorici la presenza umana era ben radicata e fino alla costruzione della strada consolare Flaminia fu al centro dei traffici tra il Mare Adriatico e l'Appennino Umbro-Marchigiano. La via romana che transita più a nord, nel bacino del Metauro, ha costretto la Valle del Tarugo a rimanere un'area rurale, scarsamente abitata, fino ai nostri giorni.
Bisogna dire però che lungo questo torrente non sono mancati ritrovamenti archeologici di una certa importanza, fra tutti quello dei bronzi dorati da Cartoceto di Pergola. Se non bastasse, il bacino del Tarugo è anche costellato da piccoli e graziosi borghi medievali, eredità delle dispute territoriali tra le cittadine vicine. Uno dei più belli di questi antichi castelli è senza dubbio Torricella, visitata durante le copiose nevicate del 2012. Altro paesino molto interessante è Montegherardo, posto lungo lo spartiacque meridionale della valle, è stato al centro di questa mia ultima escursione.
Foto per credere.
Dall'edificio sacro imbocco una strada a sinistra che inizia subito a salire su per la collina vicina. I margini della strada sono abbelliti da numerosissime primule in fiore.
Polli allo stato semi brado.
I colori spenti dell'inverno lasciano posto a quelli accesi e vividi della primavera.
Le campagne del Tarugo.
Il Monte Catria fa capolino da dietro una collina.
Mano a mano che proseguo nel mio cammino la vista sul massicio si amplia sempre più.
Il bivio per Montegherardo.
Una delle numerosissime edicole sacre della zona.
Accanto, scovo questi fiori spontanei... che sia una varietà di orchidea?
Accanto al tempietto invece, noto questi bellissimi narcisi gialli.
Ed ecco il borgo di Montegherardo.
Non ho potuto evitare di inserire la foto di questi prati alle prese con le prime fioriture della stagione.
Altri fiori scovati lungo una scarpata.
Mentre osservo il panorama verso sud, oltre il Monte San Vicino (a sinistra), noto sulla destra la bianca aurea dei Sibillini.
All'appello non potevano mancare i favagelli, tipica fioritura a cavallo delle due stagioni.
Giungo a Montegherardo, come sempre accade in questi microscopici paesi, vengo accolto dall'abbaiare dei cani. Fuori dal borgo, sotto una grande quercia, si trovano il lavatoio e quest'altra edicola che riporta la data 5.4.1899.
Subito dietro, il monumento ai reduci ed ai caduti del villaggio.
Entro in paese, la foto è guastata dalla presenza di un suv impolverato che stona con l'atmosfera antica di MontegherardoIl borgo è costituito da un'unica via principale racchiusa da un grumo di abitazioni.
Montegherardo venne fondata nel medioevo dai cagliesi allo scopo di difendere i confini di sud-est da eventuali invasori.
Bel portale dell'unico palazzo di un certo pregio del borgo.
La decorazione sommitale della porta è bellissima e inusuale: il volto di un uomo barbuto o un demone con degl'inquietanti occhi a spirale.
Poco oltre la chiesetta di Montegherardo che da su una piazzetta in pendenza. Ormai da vedere in questo borghetto resta ben poco.
Mi rimetto in movimento. Camminando il mio sguardo non può che soffermarsi sul villaggio ed il paesaggio che lo circonda in maniera così perfetta.
La campagna di Montegherardo.
Penultimo tratto della mia camminata. Inizia un percorso su sentiero tra macchie di bosco e gineprai.
Una panoramica verso nor-est, dove il Tarugo si congiunge con il Metauro.
Vista sul Monte Petrano, (a sinistra), ed il Monte Nerone (a destra).
Il versante sud del Monte Paganuccio, uno dei promontori che da vita alla Gola del Furlo.
Un prato che si fa largo tra la boscaglia.
Il sentiero inizia a scendere rapidamente fino ad un torrentello.
Guadato il rivo d'acqua, mi fermo per qualche istante ad ammirare lo splendore di questa anemone stellata in procinto di schiudersi. Diverse volte durante l'escursione ho notato questo fiore ma preferisco mostrarvelo così... immaturo ed allo stesso tempo delicato, immacolato.
Terminata la parentesi poetico-floreale, continuo a camminare fino ad imbattermi in questo grande appostamento da caccia, uno dei più grossi che abbia mai visto.
Ed ecco finalmente la Valle del Tarugo.
Il tempo di scendere dal colle e percorrere l'asfaltata lungo il torrente ed eccomi di nuovo alla chiesetta di Tarugo.
Guarda il percorso sulla MAPPA.
Che dire? Viva il trionfo della primavera! Il paesaggio e i contrasti della foto n.26 mi piacciono davvero molto, per me la "top" di tutte. Inoltre ho conosciuto l'esistenza dei "bronzi dorati" che ignoravo del tutto: che capolavori! Ciao, complimenti e alla prossima.
RispondiEliminaFortis
Grazie mille Fortis! La magia della natura che si risveglia dall'inverno non può lasciare indifferenti. Mi fa molto piacere contribuire a far conoscere i bronzi dorati... così unici e purtroppo così ignorati.
EliminaA presto!
Sto un po allontanata dal mio blog per mancanza di tempo (prossimamente spero di fare il mio viaggio, ne ricordi?) ma ti lascio un caro saluto, Barba. Presto torneró qui ma piú calma!!
RispondiEliminaCarissima Patzy!!! Un caloroso abbraccio... è sempre bello rileggerti. Spero di poterti salutare di persona quando farai il tuo viaggio da queste parti.
EliminaCiao!
Un lugar encantador!
RispondiEliminaGracias por este agradable paseo lleno de detalles.
Un abrazo.
Hola Remei! Grazie a te per la visita, mi fanno molto piacere i tuoi apprezzamenti.
EliminaUn abbraccio anche a te.