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mercoledì 23 maggio 2018

Alla scoperta del Monte Montiego

Da molti anni ormai quando devo raggiungere l'alta Valle del Metauro passo attraverso la strada dei fangacci, un'arteria di collegamento tra Acqualagna ed Urbania (PU). L'ambiente attorno a questa strada è stato intaccato solo marginalmente da alcune fabbriche e tutt'oggi offre a chi vi transita suggestivi scorci di campagna.
Incuriosito da questi paesaggi, tempo fa, mi sono addentrato per una delle stradicciole che staccandosi dalla principale risalgono le colline in direzione del Monte Montiego. In quell'occasione ebbi modo di conoscere un ambiente pressoché inalterato: la Valle dell'Orsaiola. I cambiamenti apportati dalla modernità al paesaggio di questa vallata sono stati così discreti da dare al visitatore la sensazione di trovarsi di colpo in un'altra epoca.
Durante quell'ormai storica passeggiata raggiunsi la parte alta della valle dominata da una bella chiesetta in stile gotico... oltre, c'erano le verdeggianti pendici del Monte Montiego. La voglia di arrampicarmi su quei pendii che si fondevano in modo così perfetto con la campagna sottostante era tanta purtroppo, il poco tempo a disposizione non mi ha permesso di andare oltre.
Promisi però a me stesso di tornare e completare l'esplorazione. Tra una cosa e l'altra è passato qualche anno ma alla fine sono ritornato.

Il Monte Montiego
Il Montiego è modesto rilievo di 975 metri d'altezza, qualcuno potrebbe definirlo come un grosso colle o poco più e non avrebbe tutti i torti soprattutto osservando la cima arrotondata per non dire quasi pianeggiante. Ma anche le "colline" possono riservare delle sorprese ed il Montiego ne ha una piuttosto grande chiamata Balza della Penna: uno sperone di calcare che si impenna per ben 200 metri molto frequentato dai rocciatori.
Geograficamente la montagna si trova nei territori comunali di Acqualagna, Piobbico ed Urbania e fa parte dell'Appennino Umbro - Marchigiano, sorge a nord del Monte Nerone, il quale con la sua stazza la sminuisce ulteriormente. I due rilievi sono separati dal Fiume Candigliano che erodendo il calcare massiccio di questi ha dato vita alla Gola di Gorgo a Cerbara ed alla già citata Balza della Penna.
Nonostante si tratti di una montagna "minore", il Monte Montiego è la parte culminate di un di un complesso di rilievi che si estende verso nord - ovest.
In passato, lo sfruttamento di questa montagna deve essere stato notevole, lo si evince dai boschi di latifoglia piuttosto giovani e dai massicci rimboschimenti a pino nero oltre che dai numerosi borghi e villaggi, (tra cui Piobbico), che sorgono ai suoi piedi. Sulle pendici del Montiego invece si trova solo un insediamento, un minuscolo e graziosissimo villaggio posto sul versante orientale del rilievo a 662 metri d'altezza: Villa Montiego. Questo villaggio rurale nacque nel medioevo, attorno al 1200 e fu probabilmente abitata da pastori i quali sfruttavano i sovrastanti pascoli. L'abitato venne abbandonato progressivamente dalla metà del '900 ma nonostante ciò le abitazioni versano in buono stato e sono ancora frequentate durante l'estate.

L'itinerario
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Il luogo dal quale ho deciso di partire per questa escursione, volta a conoscere il Monte Montiego, è stato la chiesa dell'Orsaiola, il punto dove pressappoco mi sono fermato la precedente volta. Poco sotto l'edifico sacro si trova una stradicciola che costeggia il torrente in direzione delle montagne. Inizio a percorrere questa via, dopo non molto a destra sale il sentiero 168 e poco oltre sulla sinistra il sentiero 167 ma io preferisco continuare a camminare lungo la mulattiera. Oltrepassato un rudere la stradicciola prende a salire su di un crinale che separa due boscose valli una detta "delle Capanne" e l'altra "della Caccia Vecchia". Attraverso boschi ceduati fino alla parte più alta dove sono sostituiti da rimboschimenti a pino nero.
La strada termina collegandosi ad un altra viuzza che percorre la parte alta di questo complesso di rilievi. Ad essere esatti mi trovo tra il Monte della Croce 767m ed il Monte le Cupe 753m, a nord - ovest del Monte Montiego il quale si raggiunge proseguendo verso sinistra.
Aggirato il Monte le Cupe si prende a scendere tra la pineta fino a raggiungere una sella dove si trova un capanno con fontana quest'ultima denominata "delle Guardie". Ora si inizia a salire per le
pendici del Monte Monitego. La strada inizia ad arrampicarsi zigzagando ma al primo tornante l'abbandono per percorrere un sentiero più diretto che taglia attraverso il folto dei pini. 
Al termine del bosco appare Fonte Corniale, una sorgente d'acqua freschissima e zampillante, qui iniziano le praterie sommitali del Montiego. Per la cima occorre puntare verso il punto più alto a sud. Raggiunta la vetta della montagna ci si trova al cospetto del vicino Monte Nerone e a tutto l'Appennino Umbro - Marchigiano che prosegue verso meridione.
Dal lato opposto della cima noto delle cose in lontananza ed una piccola croce, raggiunte scopro che gli oggetti che vedevo sono dei rilevatori sismici e la croce invece è rivolta verso la Valle del Metauro e la cittadina di Urbania. 
Continuo il mio cammino scendendo verso est, dapprima sulle praterie che sovrastano la Balza degli Spicchi e poi sul graziosissimo insediamento di Villa Montiego. Oltrepassato il villaggio proseguo lungo la strada che scende a valle seguendo la segnaletica del tracciato n°162. Dopo un bel tratto abbandono la strada per proseguire su uno stretto sentiero il quale aggira il luogo crinale di Cima Castiglione; promontorio orientale del Monte Montiego. 
Una volta raggiunto l'altro versante si svolta a sinistra per una stradina inizialmente di terra battuta che costeggiando la montagna scende di quota fino a condurmi alle località rurali di Santa Sofia - Orsaiola e quindi al punto di partenza.

Le foto
Torno difronte alla graziosa chiesetta dell'Orsaiola per iniziare questa escursione sul Monte Montiego.
Il Monte Montiego è difronte a me. Dal versante nord in cui mi trovo appare come una vera montagna ricoperta da boschi, da la sensazione, piuttosto errata, che terminata la campagna ci si addentri nella natura selvaggia.
Proprio sotto la chiesa una strada bianca risale la valle in direzione del Montiego.
La stradicciola si mantiene pianeggiante fino a questo rudere di casa ma non appena si svolta dietro questo prende a salire in modo deciso.
Pare un controsenso però sono vilette bianche, incontrate in questo tratto del percorso.
Si sale su un crinale mentre sotto di me scorgo la valle fino ai campi dell'Orsaiola.
Le pendenze non sono mai eccessive e si sale molto comodamente tra boschi piuttosto giovani.
Anemone blu.
Le immancabili primule che riescono a fiorire anche tra le rocce.
La "mia" strada termina collegandosi ad un altra, quella che attraversa buona parte delle alture del Monte Montiego. Per raggiungere quest'ultimo occorre proseguire a sinistra.
La nuova via è come quella vecchia: comoda e veloce da percorrere senza tante pendenze.
Ben presto mi ritrovo nelle pinete di rimboschimento di cui tutto il complesso del Montiego è abbondantemente ricoperto.
La strada si affaccia ad un vallone.
Ed ecco apparire il Montiego dalla strana forma regolare.
La mulattiera costeggia la valle fino al suo culmine mentre sullo sfondo si erge la sagoma del Monte Nerone con i suoi inconfondibili ripetitori.
La strada si biforca davanti a questa capanna, io continuo andando a sinistra lungo la via che inizia a risalire le pendici del Montiego. Accanto al ricovero si trova una fontana senza acqua, dovrebbe trattarsi della Fontana delle Guardie.
Al primo tornante abbandono la strade e inizio ad inerpicarmi su un sentiero che taglia in mezzo ai pini.
Addentrandomi nel folto di questa pineta che ricopre i fianchi del Montiego mi sembra di trovarmi in luoghi quasi familiari, sembra infatti di trovarsi alle Cesane o sui monti del Furlo. Devo però constatare che la gestione di questi boschi è fatta con perizia ed è volta al ricambio con specie arboree autoctone.
Appena fuori dalla pineta sono salutato dal vivace gorgheggiare di Fonte Corniale.
Mi muovo velocemente sulla prateria e by-passo il rifugio di Fonte Corniale.
Mi avvicino alla cima.
In groppa sul Monte Montiego dove si può ammirare il Nerone nella sua interezza.
Panoramica verso occidente. Se si ingrandisce l'immagine si possono osservare piuttosto bene le cinque grandi pale eoliche piazzate sul Monte dei Sospiri, nel comune di Apecchio (PU).
A est in direzione dei monti del Furlo.
Osservando la prateria sommitale, dal lato opposto della cima del Montiego si notano alcune strutture ed una croce.
Avvicinandomi scopro che le installazioni sono dei rivelatori sismici.
Mentre la croce veglia sulla cittadina di Urbania adagiata lungo la Valle del Metauro.
Prima di proseguire mi soffermo a guardare dietro i rotondeggianti colli che costituisco il complesso del Monte Montiego.
Scendo in direzione sud - est, all'orizzonte posso osservare la catena dell'Appennino Umbro - Marchigiano culminare con il Massiccio del Catria.
Ai bordi della prateria, sotto di me, scovo il minuscolo borghetto di Villa Montiego.
Raggiungo le praterie che sovrastano la Balza della Penna.
Ed oltrepassato un grosso ginepraio.
Seguo le tracce che scendono a sinistra.
Pochi metri e sono a Villa Montiego.
La strada è adornata da una bellissima fioritura di anemoni stellate.
Appena si arriva all'abitato si trova subito il lavatoio con la segnaletica dipinta sopra.
Villa Montiego è deserta ma con piacere si nota che è ben tenuta non ci sono edifici in rovina.
Nei prati sul retro delle case.
Inizio a camminare lungo la strada che uscendo dal borgo scende a valle per raggiungere la provinciale Apecchiese.
Edicola sacra costruita come ringraziamento alla costruzione della strada nel 1951 e che ha facilitato gli abitanti della Villa ad andarsene.
Finalmente lascio la strada per immettermi su un sentiero ben segnalato.
Dalla mia posizione posso osservare la strada che raggiunge la valle.
Mentre io salgo un lungo costone battuto dal sole.
Oltrepassato il crinale mi stendo a riposare su questo prato fiorito costellato di ginepri.
Si continua svoltando a sinistra per una carrareccia, in direzione della montagna.
Il mio percorso continua costeggiando il rilievo, comodamente scendo di quota per raggiungere il punto dal quale ero partito.
Arrivo dapprima nella località di Campagna di Santa Sofia. Tante case di pietra molto ben tenute sparse in una campagna incantevole.
Ed infine torno all'Orsaiola ai piedi della chiesa.