Solitamente per la festa di Liberazione, se non si è programmato qualcosa, vado in compagnia di qualche amico a fare un giro in mountain bike attraverso le belle colline della Val Metauro. Essendo, io e i miei compagni, i classici atleti del giorno di festa, i nostri mezzi a due ruote risultano piuttosto malmessi ma nonostante ciò riusciamo a compiere delle vere e proprie imprese. Di certo la sgambata fatta il 25 aprile appena trascorso va annoverata tra queste.
Quest'anno al "via" eravamo in tre: Marco (Miccio), Andrea (Gaspa) ed il sottoscritto... Matteo alias Barba.
Stabiliamo la partenza a dopo pranzo e non appena siamo stati in grado di riesumare le bici, abbiamo raggiunto il nostro solito punto d'incontro. Assieme a me, questa volta, ho voluto portare anche la mia fotocamera: lo so che pedalando è impossibile riuscire a fermarsi ogni volta che si vuole scattare una foto ma il mio sesto senso mi diceva che sarebbe tornata utile. Iniziamo l'escursione a due ruote in modo molto tranquillo, da Calcinelli, paese di partenza, ci inerpichiamo verso il borgo di Saltara e poi quello di Cartoceto, intervallando le pedalate con qualche chiacchiera. Da quest'ultimo paese le cose iniziano a diventare serie e con un certo impegno affrontiamo una dura salita che ci porta fino ad un bivio. A questo punto siamo piuttosto indecisi sulla direzione da prendere e dopo alcune considerazioni decidiamo di svoltare a sinistra per raggiungere il minuscolo borgo di Bargni. I miei compagni e pure io volevamo stare il più lontano possibile dall'intenso traffico stradale tipico del 25 aprile e ricordando una passeggiata fatta qualche anno fa (Sulle strade di campagna tra Bargni e Pozzuolo), ho convinto i ragazzi a ripercorrere quei sentieri di aperta campagna. Arrivati a Bargni abbandoniamo la strada asfaltata e iniziamo a perderci per un dedalo di carrarecce dalle pendenze impossibili ma immerse in un paesaggio incantato.
Ed è proprio in queste mulattiere che riesco in qualche modo a scattare alcune foto e così facendo immortalare una splendida, faticosissima avventura...
Rivedere questi posti dopo due anni è sempre un'emozione, io e i miei compagni ci saremo fermati un quarto d'ora ad ammirare il paesaggio.
Ed eccoci... rispettivamente da sinistra a destra: Andrea, Marco ed io, tutti muniti di barba più o meno fluente, a guardarci bene sembriamo tre barbudos, mancano i fucili!
Quest'immagine è stata scattata da Marco con il suo smart-phone e ha insistito tanto che la inserissi nel post... dice che è artistica...Proseguiamo e dopo una grande discesa ecco una grande salita ed il mio amico Andrea che si porta la mano al volto dalla disperazione.
Marco e i suoi problemi con il fango.
Dall'alto il borgo di Pozzuolo veglia su di noi.
La meravigliosa campagna che ci circonda... il luogo è deserto, siamo soli, nemmeno i motociclisti di enduro che solitamente frequentano la zona, rompono i timpani con i loro motori.
Salita e poi piano.
Ma per poco.
Nonostante la grande fatica, riusciamo a risalire la valle e veniamo ripagati dalla bellezza imparagonabile di questo paesaggio.
L'immacolata campagna marchigiana... un posto che resta nel cuore.
I miei amici sfiniti mentre abbiamo quasi terminato di salire; la salivazione a zero, la lingua felpata, ci sembra di partecipare alla temutissima Coppa Cobram di fantozziana memoria.
E finalmente eccoci al piano e all'ultima foto di questa breve ed intensa avventura. Siamo prossimi alla strada asfaltata che conduce a Fontecorniale, ora non resta che risalire il monte della Mattera (quello con le antenne) e poi scende veloci fino a casa.
Guarda la mappa di questa sgambata del 25 aprile.